Possiede ben quaranta stanze di case di bambola, Philine. Le colleziona da quando era bimba, alcune risalgono a fine Ottocento e arrivano a fine anni Ottanta del secolo scorso. Nella DDR – lei è di Dresda – ciascuna bimba ne possedeva almeno una, ricevuta in eredità, da tirar fuori per giocare solo durante il Natale. All’epoca voleva fare la scenografa di teatro o d’Opera, ma a volte la vita come l’acqua segue percorsi tutti suoi e Philine è diventata una storica dell’arte. Vive tra due mondi – Roma e Berlino – una doppia vita che sente come grande ricchezza, ché la possibilità di confrontare conferisce una discreta apertura mentale. La quarantena l’ha trascorsa a Roma nella sua casa in penombra a Corso Vittorio dove paga un affitto alto ma garantito come diaria da un contratto di lavoro che le offre uno stipendio davvero buono. Lavora con grande soddisfazione all’Hertziana, biblioteca di trecentocinquantamila volumi specializzata in storia dell’arte italiana, istituto gest...